Le storie virali

NOME COGNOME

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Vilma Xocco 12/06/2020

Mi spiace Federico di questa situazione; sono assolutamente d'accordo con lei che i servizi psichiatrici, almeno alcuni, sono totalmente indifferenti alle sofferenze dei pazienti. Si ricorda, quando in riunione, mi hanno detto che sarei potuta essere denunciata alla corte dei conti per il sussidio che vi davo? esistono i budget, la falsa idea che i pazienti devono avere tutti le stesse cose, per "equità", e poi ci si riempe quotidianamente la bocca con "progetti terapeutici costruiti sulla persona"! ma spesso le persone non si vedono; che tristezza questo declino della psichiatria!

Federico Origlia 8/06/2020

continua dal precedente....

figuratevi 200 chilometri.

Intanto Ester teme di andare a letto la sera e di non svegliarsi più. Così la notte non dorme. La mattina la pressione massima è ottanta e i battiti sono sempre più di cento e sempre aritmici. E' diventata sempre più nervosa e odia l'amministratrice di sostegno perchè Lei è la causa principale di questa situazione disagevole, dolorosa e sopratutto di povertà. Eppure Ester ha un suo conto corrente e una sua pensione che le vengono da quaranta anni di lavoro e in questo momento è certa di poter amministrare il suo piccolo capitale. Continua a leggere

Federico Origlia 7/06/2020

Coronavirus e Psichiatria: la nostra storia.

Noi ci siamo conosciuti in un istituto di riabilitazione psichiatrica. Anche se vi sembrerà strano la nostra storia è stata simile a quella di tante coppie così dette "normali". Ci siamo visti ci siamo parlati, confidati, ci siamo piaciuti, siamo diventati amici e poi questa amicizia si è trasformata in un sentimento più profondo e abbiamo scoperto di essere innamorati. Abbiamo più di sessantanni e una diagnosi psichiatrica sulle spalle e ciò ha creato sgomento in più di un operatore e sostegno da parte dello psicologo e dei nostri medici curanti. .........

Ester Piovella 17/05/2020

Gentilissima Dottoressa Xocco,buongiorno.La ringrazio per avere preso in considerazioni le mie riflessioni e per avermi così cortesemente risposto:non speravo in un così sapiente interessamento e ne sono veramente colpita ed onorata. Anch'io,sebbene in altre vesti,durante la mia lunga carriera,mi sono trovata coinvolta in discussioni con altri Operatori,riferite,sia alla necessità di individuare un sostegno per l'amministrazione dei beni di un Paziente,sia alla mortificazione dell'orgoglio che,a volte, non è stato che una tale dolore da inficiare l'evolversi positivo di una patologia.Ma,nel mio caso,in questo momento la disquisizione cessa di essere filosofica e assume uno stato pratico,se non vogliamo definirlo addirittura vitale.La mia esistenza si è stravolta in pochi mesi...C'è Federico accanto a me e lui mi aiuta nell'amministrazione del denaro con una delicatezza e un'educazione che non determinano nel mio animo altro che fiducia e riconoscenza.Ed ora c'è questa grave malattia cardiaca che non permette proroghe e burocrazie e,sono certa che mi affligge ancora di più dovere ....    Continua a leggere

Wilma Xocco 16/05/2020

Ho letto con molto dispiacere la lettera di Ester; spero che la situazione cardiaca possa evolvere in senso positivo nel più breve tempo possibile.
Io da psichiatra mi sono sempre chiesta se abbiamo il diritto o il dovere di tutelare i pazienti dal punto di vista economico e per quanto tempo.
Ho avuto l'esperienza di persone che hanno "bruciato" un patrimonio ed ora vivono nelle ristrettezze e tutelati, ovviamente troppo tardi; ma ho anche l'esperienza di pazienti che erano tutelati e si sentivano umiliati ed "imprigionati" da questo limite e che una volta fatto tutto il percorso, laborioso, per la revoca della tutela in realtà vivono bene e gestiscono benissimo il loro denaro. E' evidente che nel periodo intercorso tra tutela e revoca è stato fatto un percorso di cura e di verifica costante, ma penso che molti psichiatri e molti assistenti sociali non si prendano il rischio cioè la responsabilità di fare questi percorsi. Mi piacerebbe sentire il pensiero di altri


Ester Piovella 12/05/2020

Buona sera a tutti,
l'ultima volta che ho scritto avevo ricevuto da pochi giorni la diagnosi di insufficienza mitralica, ma con l'aiuto dei farmaci stavo abbastanza bene. Il cardiologo mi aveva fissato per il 3/3 un semplice esame per valutare l'inserimento di una correzione. Ho accettato serenamente la diagnosi e, proprio in quei giorni ho iniziato con Federico la quarantena per il coronavirus. Ma passa un mese, passano due mesi; al terzo mese il virus sembra avere assorbito qualunque altra prestazione ospedaliera. .........          Continua a leggere

Paolo Macchia 10/05/2020

Sono un Esperto in Supporto tra Pari, anche oggi, al tempo del Covid-19.
Lavoro a Milano, assunto regolarmente in una cooperativa.
Sono impegnato su più progetti, uno di questi è sul Budget di Salute, percorsi individuali mirati, l'integrazione tra il sanitario e il sociale, spesso anello debole dei classici percorsi riabilitativi.
Il mio ruolo, dove è previsto, è quello di accompagnare il beneficiario del budget attraverso la .....    Continua a leggere

Attilio Cocchini 03/05/2020

Qualche analogia fra l'esperienza del carcere e la pandemia/lavoro in carcere da molti anni, mi occupo di dipendenze che, com'è noto, sono ampiamente diffuse in quel contesto.Come tutti, ho cambiato il mio modo di vivere da quando il Virus lo ha imposto. I comportamenti cambiano immediatamente, soprattutto se si deve obbedire ad una disposizione collettiva, gli stati mentali seguono in un secondo tempo.Mano mano che il processo si sviluppava, ho avvertito una sensazione stranamente familiare, che solo la mia rigidità mi ha impedito di riconoscere a prima vista: mi stavo carcerizzando. E non solo io, ma anche le persone intorno a me e i discorsi pubblici sul tema mi sembra che stiano subendo lo stesso processo.Forse è possibile confrontare queste due forme di restrizione della libertà personale, ben consapevole.......  Continua a leggere

Riccardo Leone 21/04/2020

Sono venuto a conoscenza di "Storie Virali" su segnalazione dell'amico Federico, e,considerandola un' iniziativa interessante, offro il mio primo, piccolo contributo. Sto affrontando la forzata "reclusione" imposta dalla pandemia cercando, non cinicamente, di scorgerne gli aspetti positivi: considerare l' esperienza di questa epidemia è sperimentare la fragilità della condizione umana, l'isolamento forzato implica orizzonti di riscoperta dell' interiorità, della conoscenza di se stessi, di rapporto-dialogo con Dio (nella preghiera); elementi che si concretizzano nella lettura, nell' ascolto della mia musica preferita, nelle numerose telefonate ad amici/che, nell' attività di formazione (stesura di un questionario sul silenzio), ecc.

Saluto cordialmente e ringrazio gli ideatori di quest' iniziativa.

Claudio Crialesi 20/04/2020

Riflessioni intorno e grazie a Covid-19 alias Sars/Cov 2
Una premessa quasi una sintesi.
La presenza del virus fa convivere strettamente paura & ansia. Se siamo adusi a distinguerle per caratterizzare la seconda (una paura senza oggetto reale, un simbolo personale) ora siamo in presenza di un evento reale imprevedibile e incontrollabile...   Continua a leggere.....

Mariangela Mari 16/04/2020

La riabilitazione ai tempi del Coronavirus.
"E se fossi io il Coronavirus?... Devo morire così il mondo sarà salvo e non avrò più paura che qualcuno possa inseguirmi e uccidermi al posto mio".
E così che Nicola (nome di fantasia), il nostro giovanissimo Nicola, ha detto quando, all'ennesima notizia sui giornali e nei tg in tv di questi giorni, la sua mente ha elaborato a suo modo la notizia dell'incredibile e surreale pandemia che sta coinvolgendo il Paese.
E gli altri utenti della R.E.M.S.? All'improvviso, vedendoci tutti bardati, hanno creduto fossero loro portatori del virus e noi a rischio di contagio. La fatica più dura è stata quando gli abbiam dovuto spiegare che non avrebbero visto i loro famigliari, per chi ne ha; non avrebbero ricevuto .....Continua a leggere.....

Vilma Xocco 15/04/2020

Ho letto con molto interesse la scrittura di Mauro e mi piacerebbe lanciare un dibattito su cosa ci serve e cosa potremmo cambiare dei servizi alla riapertura totale dei servizi territoriali alla scomparsa del virus.
Oggi , sicuramente in Piemonte, ma penso un pò ovunque i servizi sono chiusi o sono ad orari ridotti; gli operatori sono chiamati a lavorare a domicilio dl paziente o telefonicamente. Sono stati chiusi degli SPDC, come stiamo andando? sentiamo molto la mancanza dei servizi? servirebbero altre cose? forse confrontandoci questo tempo di chiusura può portare ad una riapertura con nuove modalità e caratteristiche; forse le ore di personale per l'urgenza sono troppe? o troppo poche? forse le visite domiciliari anche? chissà! mi piacerebbe sentire il parere di altri
Buona giornata a tutti

Mauro Tonveronachi 15/04/2020

Non è mio ma vorrei condividerlo
"Se ne vanno.
Mesti, silenziosi, come magari è stata umile e silenziosa la loro vita, fatta di lavoro, di sacrifici. Se ne va una generazione, quella che ha visto la guerra, ne ha sentito l'odore e le privazioni, tra la fuga in un rifugio antiaereo e la bramosa ricerca di qualcosa per sfamarsi. Se ne vanno mani indurite dai calli, visi segnati da rughe profonde, memorie di giornate passate sotto il sole cocente o il freddo pungente. Mani che hanno spostato macerie, impastato cemento, piegato ferro, in canottiera e cappello di carta di giornale. Se ne vanno quelli della Lambretta, della Fiat 500 o 600, dei primi frigoriferi, della televisione in bianco e nero. Ci lasciano, avvolti in un lenzuolo, come Cristo nel sudario, quelli del boom economico che con il sudore hanno ricostruito questa nostra nazione, regalandoci quel benessere di cui abbiamo impunemente approfittato. Se ne va l'esperienza, la comprensione, la pazienza, la resilienza, il rispetto, pregi oramai dimenticati. Se ne vanno senza una carezza, senza che nessuno gli stringesse la mano, senza neanche un ultimo bacio. Se ne vanno i nonni, memoria storica del nostro Paese, patrimonio della intera umanità. L'Italia intera deve dirvi GRAZIE e accompagnarvi in quest'ultimo viaggio con 60 milioni di carezze...❤🙏"
Ricevuto da Dott. Begher, pneumologo ospedale S.Maurizio. Mi chiede di divulgarlo ...aiutami

Mauro Tonveronachi 14/04/2020

La vita sospesa 2
La casa del tempo perché significa che abbiamo attraversato il tempo sempre con delle mete è vero ma mete che lasciavano sempre il posto a altre perché l'importante, è ormai di moda dirlo, è il viaggio non la meta.
Non so se ci avete mai fatto caso ma spesso si amano le cose e si usano le persone perché si crede che l'importante sia avere, possedere le cose in quanto questo ci pone su piedistalli che si pensa ci permettano di non soffrire, di non fare fatica e sentirsi felici e le persone che ci circondano, a nostro parere, ci dovranno amare per forza perché noi siamo su di un piedistallo e usiamo le altre persone per perseguire i nostri scopi creando dualismi come quello tra normalità e diversità.
A tal proposito,......Continua a leggere.....

Mauro Tonveronachi 14/04/2020

La vita sospesa 1

C'era un uomo davanti alla tv, era l'ora del tg e lui la aspettava perché si vivevano i giorni bui del coronavirus, papà del covid-19, di un nemico invisibile che ti prendeva alla gola e non ti faceva respirare e allora si andava in giro solo per necessità e con un foglio che diceva come e perché.
Non si poteva frequentare gli amici, prendere un'apericena o portare una donna al ristorante, andare al cinema o semplicemente fare una passeggiata: si poteva solo sopravvivere sperando che tutto sarebbe finito, che il mondo non collassasse intubato ben bene; la vita era diventata una vita sospesa, spesso ....Continua a leggere...

Gabriella Gaudio 11/04/2020

Io spero che i dipartimenti riaprano molto presto, in quanto ho un marito in pensione ( non che ne abbia tanti mariti), due nipotini quasi vicini di casa, che sconfinano spesso e prendono le mie energie, che ormai scarseggiano, un figlio in cassa integrazione a cui è persino venuta voglia di andare a lavorare, per non sopportare me e suo.padre. cerco di rendermi utile essendo disponibile con chi ha bisogno essendo.anche infermiera. A questo proposito le mie colleghe che sento di frequente con cui posso lagnarmi, ma ci sosteniamo anche molto, scambiando le nostre esperienze professionali e umane, tornando alle colleghe sentiamo il bisogno di leggerezza, di conforto, di confronto, ed ecco perché la riapertura dei vari presidi è auspicabile, fine prima puntata auguri a tutti di buona giornata.

Residenze Primo Vanni 9/04/2020

Difficile dire se esista una routine nella vita all'interno di una comunità-alloggio per pazienti psichiatrici, o meglio: le routine esistono, sono documentate e scandite dai vari piani di lavoro e abitano nelle speranze di chi ci lavora.

Oscar Wilde osservava che "la vita è tutto quello che succede mentre stai programmando la tua vita", e questo modello si adatta bene a descrivere il desiderio di continuità e regolarità nella scansione delle giornate della vita in comunità. Ciò nonostante, gli aspetti di regolarità e di invarianza per tanti versi costituiscono l'ossatura, per quanto ideale, della vita comune, una forma di continuità che con lo stabilirsi di rapporti significativi e di una fiducia di base permette di lavorare, di rassicurare, di costituire la base di un percorso di miglioramento clinico al quale non si smette mai di tendere, lavorare e sperare.

Se il trauma è qualcosa che.......     Continua a leggere....


Vilma Xocco 9/04/2020

Mai come adesso è necessario il supporto psicologico per medici e infermieri. Intervista alla psicologa Monica Agnesone.

La paura di essere contagiati e di contagiare. Il numero elevato delle vittime. La fine di un'epidemia che non sembra così vicina. Quanto è alto lo stress emotivo che medici, infermieri, pazienti e famigliari devono sostenere in questa emergenza sanitaria? Intervista a Monica Agnesone, Responsabile Psicologia Aziendale dell'ASL Torino.

Gaia Cortese • 1° aprile 2020

* ultima modifica il 01/04/2020

Intervista al Dott.ssa Monica Agnesone Psicologa e Responsabile Psicologia Aziendale dell'ASL Citta di Torino.

Un servizio di supporto psicologico per il personale medico, attivato prima al San Giovanni Bosco di Torino, e poi in altri tre ospedali della città: il Maria Vittoria, il Martini e l'Amedeo di Savoia. Sedute brevi, ma indispensabili per gestire il......

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Ester Piovella 8/04/2020

Cari amici della luna e cari amici tutti,
innanzi tutto apro con una premessa che mi è stata suggerita da un non so bene quale personaggio della radio che criticava il pensiero positivo dicendo che in questo momento tutti dovremmo arrenderci solo a pensieri oscuri e negatività...Rispondo che il pensiero, grazie al cielo ,è ancora libero e personale e che le idee non indossano mascherine e non sempre inseguono futuri indicati da altri, per quanto contino o esperti siano...Insomma siamo sempre per la libertà di pensiero, Lei signor Intellettuale di fama, ma io ,come lei, donna con la caratteristica che nessuno mi può ......Continua a leggere.....

Ester

Ester Piovella 8/04/2020

Cari amici della luna e cari amici tutti,
spero di non scandalizzare nessuno dicendo che da un paio di giorni sono felice.
Naturalmente anche io sono preoccupata e addolorata per questo nemico invisibile che ha cambiato la nostra vita e l'ha rubata a molte persone, ma sono un paio di giorni che quando scendo con i nostri cagnolini mi guardo attorno con la certezza che anche questa volta ce la faremo.
La mattina esco prestissimo che ancora è scuro e incontro la magia di Torino...sento, passando sulle grate delle vibrazioni un canto di preghiera e mi capita di incontrare creature fatate in ritardo per nascondersi nei muri di queste....Continua a leggere......
Ester

Giusi Lombardo 3/04/2020  

UNA FAVOLA AL GIORNO

La R.E.M.S. è una realtà apparentemente già pronta ad affrontare la rinuncia alla libertà che questo tempo impone a tutta la nazione.

I nostri utenti già prigionieri da sempre della malattia dentro gabbie delle quali noi operatori siamo chiamati a cercare chiavi e lucchetti da aprire.

I nostri utenti privati della libertà per motivazioni di natura giudiziaria.

Loro conoscono già tutto, hanno già nota nella forma, nella sensazione, nella percezione e nella necessità di contenerne la risposta emozionale, l'esperienza che noi ora stiamo affrontando, nella paura di perderci mentre cerchiamo di proteggerci rifugiati in casa.

Lo straniamento, l'alienazione, la disaffezione, l'allontanamento e l'isolamento, l'inerzia e la malinconia di giornate che non passano mai, la perdita della Continua a leggere..........

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Gabriele Rocca 2/04/2020

Buongiorno.

Vorrei suggerire la lettura di un breve testo proposto dal Dott. Andrea Betto dell'Archivio di Stato di Ancona all'interno di un'iniziativa che vuole utilizzare documenti del nostro passato quali "spunti di riflessione per l'attualità".

In effetti possiamo ritrovare nei fatti qui di seguito riferiti elementi organizzativi e di polemica che ci riportano con una certa immediatezza alla nostra quotidianità.

In viaggio, insieme, nella nostra storia.

"Visitando la Penisola Italiana tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, l'inglese Fynes Morison, scriveva: 'They (gli Italiani) are carefully to avoyde infection of the plague and to that purpose in every city have Magistrates for Health'". In altri Paesi europei non esistevano istituzioni analoghe e, quando i viaggiatori stranieri 

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Federico Origlia 1/04/2020

Vivere in casa, o uscire per necessità primarie non significa essere completamente esclusi dalla comunità nella quale si vive. Le attività che si possono svolgere non sono solo parte di doveri, bensì sono correlate a parte di diritti. Diritti acquisiti da anni di attività nelle associazioni.
Noi, Federico ed Ester conviviamo felicemente da oltre un anno, ed abbiamo il vantaggio assoluto di amarci e per questo motivo, che oramai nel mondo in cui viviamo non pare così necessario, poiché tutto pare rivolto al bene materiale più che volersi bene.
Tuttavia anche noi dobbiamo fare i conti con questo nuovo fenomeno che è il
coro na-virus, certo che dobbiamo seguire le direttive dell'OMS. Ora però un po adeguati con una certa fatica abbiamo ritrovato in casa il piacere di leggere e di dipingere. il vivere soli tra quattro mura ha sorprendentemente riempito i contenuti il nostro rapporto, ha rafforzato l'importanza di uno per l'altra. Tutto ciò ci ha portato a prenderci, se possibile, a prenderci cura vicendevolmente e anche a viziarci un po.
In casa ci dividiamo i compiti. Quando uno di noi va a fare la spesa non dimentica mai di portare all'altro un dolcetto, un gelato qual cosa di particolarmente gradito. 

Roberta Mele 1/04/2020

Sono dispiaciuta per questo periodo, è terribile vivere un periodo storico del genere, mai avrei nemmeno potuto immaginarlo un momento così per noi, per le nostre famiglie, per tutti. Siamo costretti in casa,ci siamo abituati ed osserviamo le regole, senza sgarrare, per rispetto per chi lavora, rischiando la propria vita tutti i giorni, rispetto e tutela per noi e per la nostra vita. Quindi cerchiamo di vedere gli aspetti anche positivi che ci possono essere in tale condizione di segregazione...oltre a fare pizze, lasagne e torte io ho cercato, trovandolo, molto di più. Capisco d'un tratto che di questo periodo io ne avevo bisogno, stavo cercando di fermarmi senza poterlo fare, da questo giro infinito di cose da fare tutti i giorni, da questa mancanza di tempo che ogni giorno ci allontana sempre di più, persino da noi stessi e dalle persone che amiamo. Trovo una riconnessione finalmente in cui mi ricordo chi sono, cosa mi piace fare, sento che se aiuto mia figlia a fare i suoi compiti dopo avrò tempo pure per leggere un paio di pagine del mio libro, e preparare la cena, fare anche una doccia. Sono tutte cose normali ma noi siamo troppo abituati a correre e correre ci stanca e ci sfibra dentro tanto da non ricordare per cosa stiamo correndo, e molto perde senso.

Rivedendo una fotografia di me ragazza mi sono ricordata chi ero, cosa mi faceva veramente stare bene, i profumi della natura che si risveglia dopo l'inverno, il naturale ciclo della vita e tempi più normali in cui si potrebbe vivere, senza esserne costretti, ma scegliendo ogni giorno su cosa potersi soffermare.
Spero ci ricorderemo di questa lentezza e del tempo passato a parlare, mai tempo perduto.


Tania 1/04/2020

Giorni duri...Sono giorni duri in attesa dell'esito del tampone. Ho sintomi lievi, ma è dura...È dura sostenere la preoccupazione di aver contagiato la propria famiglia, nonostante le plurime precauzioni ( a volte veri piccoli, ma in ogni caso dolorosi sacrifici) utilizzate. È dura sapere i colleghi al lavoro ingegnarsi, tra scarsi DPI e ottusi protocolli, per salvaguardare la salute loro e dei pazienti. In questo momento emotivamente provante, un sincero grazie va a chi umanamente e con molta intelligenza si impegna per rendere un poco meno duro per tutti questo tremendo momento storico 


Teresa Nicolini 1/04/2020

Buon cammino a tutti 

Cris 1/04/2020

Questa sensazione la si prova sin da piccini, poi man mano che si cresce può attenuarsi o rafforzarsi, dipende dalle esperienze vissute, puoi riuscire a controllarla oppure no anche se lo vorresti. È una sensazione che può farti sentire soffocare, ma tu non devi permettere che la paura ti possa sopraffare!!! Dei bei respiri ti possono aiutare! Io ci ho provato, magari non sempre si ottengono i risultati voluti, ma si ritenta! In queste settimane abbiamo tra di noi il coronavirus 😢oltre la paura dobbiamo affrontare anche l'argomento morte. Tante persone ci hanno lasciato e tante ancora mi sa che ci lasceranno. La paura della morte la stiamo ora provando un po' tutti anche se qualcuno l'ha già provata purtroppo . Chi ha fede prega e chi non ce l'ha? La fede è un dono. Mi ritengo cristiana ma non sono una buona cattolica ahimè! Ho conosciuto in passato dei missionari con i quali mi sono confrontata e mi hanno aiutato a capire le ragioni dei miei no a certi dogma. Io di fronte alla morte provo rassegnazione ma ho tanta paura del dolore fisico! Patologica la cosa😊il mio ultimo pensiero di oggi va a tutte quelle persone che non ce l'hanno fatta ma anche a tutti i bambini e ai giovani che invece di avere come la mia generazione tutto da provare (lo diceva Guccini), dovranno faticare molto.


Renato Ventura 31/03/2020

Sono socio di una associazione di famigliari di persone affette da disturbo mentale: La Tartavela di Milano.
Sono psichiatra e psicoanalista già associato alla SPI.
In tale duplice veste ho ritenuto di inviare ai soci di La Tartavela e di URASAM Lombardia,alla quale La Tartavela è associata e del cui CD faccio parte, un contributo sulla pandemia in atto. Lo invio anche a Voi per eventuale pubblicazione pensando di fare cosa utile per una riflessione comune. Grazie per l'ospitalità. 

Leggi  il 1° contributo   

Leggi il 2° contributo

Roberta Mele 31/03/2020

Mia cara, nel bel mezzo dell'odio ho scoperto che vi era in me un invincibile amore.
Nel bel mezzo delle lacrime ho scoperto che vi era in me un invincibile sorriso.
Nel bel mezzo del caos ho scoperto che vi era in me un'invincibile tranquillità.
Ho compreso infine, che nel bel mezzo dell'inverno, ho scoperto che vi era in me un'invincibile estate.
E che ciò mi rende felice.
Perché afferma che non importa quanto duramente il mondo vada contro di me,
In me c è qualcosa di più forte,
Qualcosa di migliore che mi spinge subito indietro.

Di Albert Camus 

Pierpaolo Longo 31/03/2020

La regola dell'isolamento e quindi anche del forzato congelamento delle relazioni di cura già in atto o ancora da intraprendere sta da almeno un mese imponendo la sua dura legge anche nei nostri servizi ....troppo grande e' il rischio di diffusione rapidissima di una pandemia così grave nei suoi effetti.....tuttavia la cultura sociale radicata da decenni nella nostre strutture di prevenzione e cura ha preteso di utilizzare ogni forma di comunicazione possibile da quella telefonica a quella telematica ....per mantenere ed adattare alla tremenda attuale incombenza il significato ed il valore di ogni singolo progetto di cura ....combattendo ogni possibile sentimento di abbandono ed incuria da parte di un utenza doppiamente colpita in quanto maggiormente vulnerabile di fronte ad una condizione da finis mundi quindi potenzialmente psicotizzante quale quella di fronte a noi tutti....

Albino Sironi 30/03/2020

Un vivissimo ringraziamento speciale a tutti gli operatori sanitari che con elevato senso del dovere e grande abnegazione si impegnano quotidianamente per aiutare i tantissimi pazienti che si rivolgono alle strutture pubbliche in questi momenti difficili. Particolarmente a chi si dedica ai malati mentali affetti da Covid-19 quindi doppiamente sfortunati e fragili. GRAZIE!!! 

Graziella 30/03/2020

Grazie per l'opportunità 


Appello Covid-19 30/03/2020

Appello per un piano nazionale per la salute mentale nell'emergenza coronavirus

Al Presidente del Consiglio, al Ministro della Salute.

La salute mentale è un bene prezioso. "Non c'è salute senza salute mentale" è il motto dell'OMS da oltre un decennio. Da questo punto di vista è unanimemente riconosciuto che l'attuale emergenza Covid-19 determinerà conseguenze a lungo termine. Già prima di essa il carico dei disturbi mentali è stimato in forte aumento nel mondo, e la depressione diventerà entro il 2030 la maggior causa di disabilità a livello mondiale.

Tutti gli organismi internazionali, a partire dall'OMS, esprimono preoccupazione per la salute mentale nei diversi paesi, dove c'è un grande bisogno di indicazioni e direttive, che i governi stanno già fornendo direttamente o tramite organizzazioni ufficiali.

La stessa OMS, nella consultazione online sul Global Action Plan (2020-2030), ha aggiunto un obiettivo specifico riguardante 'Mental health in humanitarian continua a leggere............

 


Vilma Xocco 30/03/2020

Sono contenta di poter scrivere qui e sentirmi virtualmente vicina a tante persone amiche;
in questo momento complicato, l'isolamento crea un sacco di pensieri bui, faticosi che a me scatenano ansia, ansia per il futuro, paura di veder ammalare i miei cari, paura che possa succedere un qualsiasi guaio sanitario che ci porti in ospedale, paura che tutta la nostra vita futura sia molto traballante;
ci sono però altri momenti in cui sono serena e mi godo la casa e la relazione con mio marito e mia figlia, facendo le pulizie, occupandoci dei fiori sul balcone, cucinando e sperimentando nuove ricette;
io vado anche regolarmente ad aiutare mia madre novantaduenne e faccio a piedi quei 300/400 metri che separano le nostre abitazioni ed oggi ho avuto una percezione piacevole che mi ha fatto tornare ragazzina, quando le madri erano quasi tutte casalinghe e solo pochi avevano automobili e Tv: nel silenzio della città ho sentito persone chiacchierare da un balcone all'altro, un ragazzo sul marciapiede che parlava con un coetaneo alla finestra, in lontananza uno strumento che suonava.... e mi sono detta che rallentare un attimo e godersi le piccole cose quotidiane ci può far bene!